In Italia il fenomeno è ancora poco conosciuto ma per i calciatori, così come per gli sportivi in generale, sta diventando  sempre più importante lasciare un’impronta all’interno del mondo del branding. Nel resto del mondo, infatti, sono in molti ad aver registrato i propri marchi per sfruttare al meglio i proventi delle proprie performance in campo. L’ultimo in ordine di tempo ad aver registrato un proprio trademark è stato Jesse Lingard che, poco prima del mondiale da poco concluso, ha ottenuto la proprietà intellettuale nel Regno Unito di ben quattro marchi, tre con il suo soprannome JLingz e un altro con la sua esultanza come focus. (mani al volto nascondendo la faccia dietro le sue iniziali, un’immagine che ricorda molto un’esultanza in stile gang).

Anche il giocatore dello United, proprio come altri sportivi britannici con il proprio modo di celebrare, Mo Farah con la “Mobot”, Usain Bolt con il “Lightning Bolt” e Gareth Bale con il suo “Undici di Cuori”, sembra alla ricerca di un buon modo, efficace e remunerativo, per migliorare il proprio personal brand  depositando  marchi che abbracciano prodotti di abbigliamento, calzature e copricapi.

Sono i c.d. marchi “non convenzionali o atipici” che hanno ricevuto una notevole spinta dopo l’eliminazione del requisito della rappresentazione grafica del segno ad opera del Regolamento (UE) n. 2015/2424 che ne ha semplificato l’ottenimento. Le aziende già da tempo sfruttano questo potenziale per implementare la tutela dei propri segni distintivi: dall’urlo di Tarzan al ruggito del Leone della Metro-Goldwyn-Mayer Lion Corporation, dai saluti animati della mascotte della Fahnen-Gartner all’ologramma della Zwilling sono tutti marchi registrati.

Dunque  ecco che gli sportivi di oggi rappresentano un brand mondiale di inestimabile valore, un brand costituto dalla loro stessa immagine.

E allora, proprio come i più importanti marchi sportivi, anche loro elaborano, proteggono e gestiscono il proprio marchio, fino anche ad esplorare nuovi campi di tutela. E’ recente la vittoria di Lionel Messi che dopo anni di battaglie legali è finalmente riuscito ad ottenere la registrazione del proprio cognome per articoli di abbigliamento. Infatti, nonostante la strenua opposizione del marchio anteriore Massi, il Tribunale Ue ha sancito l’assenza di confusione con i preesistenti marchi in virtù della notorietà del campione argentino.

Molto più datata, invece, la battaglia tra i tennisti Niclas Kroon e Lleyton Hewitt sull’uso, come marchio di abbigliamento, del gesto di vittoria effettuato stringendo le dita di una mano a becco d’anatra e portandole con uno scatto all’altezza degli occhi: il “Vicht”, gesto anticamente usato dai vichinghi in segno di trionfo sul nemico.

I consulenti dello Studio Saglietti Bianco, tra i primi in Italia a studiare questo nuovo trend ed avere pertanto competenza in materia, sono a disposizione per chiunque volesse saperne di più.