I brevetti per essere tutelati devono, innanzitutto, essere registrati. Solo così infatti potranno essere protette appieno le proprie idee ed investimenti e, contestualmente, acquisire risorse economiche
supplementari attraverso la gestione dei relativi diritti d’uso.

Cosa sono i brevetti?

Alla base dell’istituto dei brevetti, vi è la voglia di scongiurare l’ipotesi che la protezione dell’innovazione sia affidata solo al regime insicuro del segreto aziendale,

I brevetti per innovazione rappresentano l’istituto giuridico attraverso il quale l’ordinamento assicura all’inventore il diritto di utilizzazione esclusiva dell’invenzione per un certo periodo. Esso garantisce l’inventore contro il rischio di distruzione del segreto, perché l’esclusiva durerà per il tempo fissato dalla norma, indipendentemente dal fatto che altri siano in grado di realizzare la stessa invenzione.

Ne deriva, quindi, che i brevetti sono gli strumenti commerciale che consentono alle aziende di:

  • proteggere i propri investimenti in ricerca e innovazione, evitando che altri utilizzino gratuitamente il frutto di tali attività
  • acquisire risorse economiche supplementari attraverso la gestione economica dei suoi diritti di uso.

​Cosa è possibile brevettare?

La disciplina dei brevetti per innovazione si presenta formalmente come un sistema di applicazione generale, che offre protezione indifferenziata alle invenzioni di qualunque settore della tecnica.

Citando l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM) del Ministero dello Sviluppo Economico:

Possono costituire oggetto di brevetto le invenzioni nuove che implicano un’attività inventiva e sono atte ad avere un’applicazione industriale. In pratica non sono considerate invenzioni e, quindi, non sono brevettabili, le semplici intuizioni oppure le idee prive di qualsiasi attuazione concreta. Ad esempio: la semplice dimostrazione che l’idrogeno è una fonte di energia è una scoperta non brevettabile, mentre l’applicazione di tale scoperta al fine della creazione di un motore che produca energia utilizzando l’idrogeno è, viceversa, brevettabile

Dunque, le idee pure non sono brevettabili, ma la loro attuazione sì. Per esempio, se le idee si concretizzano in prodotti, unici e originali, allora si possono tutelare attraverso i brevetti. Oppure, se l’idea consiste in un processo volto a risolvere un problema tecnico, tale processo è brevettabile.

Oltre i brevetti di nuove invenzioni, tali limitazioni si applicano ai modelli di utilità, cioè quelle invenzioni che vanno a migliorare/modificare un’invenzione/applicazione già brevettata.

​Perché brevettare?

Oggi il valore di molte aziende è costituito al 90% dai cosiddetti intangible assets, costituiti in maggior parte da diritti di proprietà industriale. Con la protezione brevettuale è possibile impedire ad altri di brevettare invenzioni identiche o simili e anche di violare i diritti d’uso (produzione e commercializzazione) oggetto del brevetto. Possedere un brevetto forte fornisce concrete possibilità di ottenere successo nelle azioni legali contro coloro che copiano l’invenzione protetta.

E’ bene ricordare inoltre che per un’azienda un buon portafoglio brevetti può essere percepito dai partner commerciali, dagli investitori, dagli azionisti e dai clienti come una dimostrazione dell’alto livello di qualità, specializzazione e capacità tecnologica dell’azienda stessa, elevandone così l’immagine positiva..

​Come si tutelano i brevetti?

I brevetti rappresentano un arricchimento per l’azienda e pertanto vanno tutelati al meglio.

Registrare i brevetti è, di conseguenza, un’attività necessaria al fine di proteggere le proprie innovazioni ed i propri investimenti.

Registrare il proprio brevetto, però, non è sempre sufficiente. Dopo la registrazione di brevetti su prodotti nuovi o, comunque, migliori dei precedenti che riscuotono successo, è probabile che i concorrenti prima o poi cercheranno di fabbricare prodotti con caratteristiche tecniche simili o uguali a quelle del prodotto originale. In alcuni casi i concorrenti possono beneficiare di economie di scala, più rapido accesso al mercato o a materie prime più economiche e, conseguentemente, possono fabbricare un prodotto identico o simile a un prezzo inferiore.

Quando si presume che qualcuno stia violando un brevetto, cioè lo stia utilizzando senza autorizzazione, è necessario preliminarmente individuare i soggetti che pongono in essere la violazione, nonché il prodotto (o il processo) in causa. Occorre quindi raccogliere tutte le informazioni disponibili al fine di individuare l’azione più appropriata da intraprendere, dalla lettera di diffida al procedimento giudiziario.

​Brevetti  violati: come agire?

In alcuni casi, quando viene individuata la violazione, le aziende decidono di inviare una comunicazione (chiamata comunemente “lettera di diffida”), con la quale si informa colui che si ipotizza abbia violato il brevetto, sulla possibilità di un conflitto tra i propri diritti e l’attività commerciale dell’altra azienda. Questa procedura spesso è efficace in caso di violazione non intenzionale: è probabile che colui che se ne è reso responsabile in molti casi interromperà tale attività illegittima oppure si accorderà per negoziare un contratto di licenza.

Il provvedimento cautelare

Qualche volta, tuttavia, la tempestività è la strategia migliore per evitare di dare a colui che viola il brevetto il tempo di nascondere o distruggere la prova della violazione. In tali casi potrebbe essere opportuno iniziare un giudizio senza darne notizia, chiedendo un “provvedimento cautelare”, al fine di sorprendere colui che ha violato il brevetto con un’incursione, spesso con l’aiuto della autorità di polizia competenti, nei locali dell’azienda del contraffattore. Il tribunale può ordinare a coloro che si sono resi colpevoli della supposta violazione quanto segue:

  • la descrizione del brevetto o meccanismo contraffacente
  • l’inibizione dall’azione illegittima, ovvero la cessazione di ogni attività illegale quali, ad esempio, la fabbricazione o la vendita di prodotti realizzati utilizzando il brevetto in questione
  • la pubblicazione dell’ordinanza.

Il procedimento giudiziario

Tuttavia, la questione se un brevetto è stato violato o meno può essere molto complessa, con la conseguenza che ogni decisione definitiva può avvenire solo dopo la fase processuale di merito, nel corso della quale il giudice convoca testimoni, interroga le parti, dispone consulenze tecniche d’ufficio e acquisisce tutta la documentazione utile alla decisione.
Nel caso che, al termine del procedimento, il giudice attesti la violazione, il titolare del brevetto può ottenere una sentenza di divieto a fabbricare o commercializzare quanto derivi dalla violazione del diritto; oppure che gli oggetti  prodotti o i mezzi di produzione utilizzati gli siano assegnati in proprietà; o ancora, che gli sia assicurato un congruo risarcimento per i danni patiti (mancato guadagno, danni morali, ecc.).

Arbitrato e mediazione

In alternativa al procedimento giudiziario, è possibile fare ricorso a sistemi di risoluzione di dispute alternativi, quali l’arbitrato e la mediazione, che consentono di evitare lunghi e costosi processi. Clausole di arbitrato o di mediazione sono spesso inserite nei contratti tra aziende, come quelli che prevedono un accordo di concessione, proprio al fine di dirimere rapidamente i contenziosi.
Generalmente, l’arbitrato presenta il vantaggio di essere una procedura meno formale e più breve rispetto alle procedure ordinarie innanzi alle corti, e un lodo arbitrale può più facilmente trovare esecuzione sul piano internazionale. Un vantaggio della mediazione consiste, invece, nella circostanza che le parti mantengono un controllo del procedimento di mediazione. Tale caratteristica può servire per mantenere buoni rapporti commerciali con l’altra impresa, con la quale potrà magari essere utile collaborare in futuro.

Procedura di controllo – Tutela in dogana

Un’altra forma di tutela che è possibile attuare consiste nella procedura di controllo in dogana dei beni protetti da brevetti (valida per un anno e rinnovabile per successivi periodi di un anno), per la quale è necessario presentare una semplice domanda all’Agenzia delle Dogane, sita a Roma, indicando quali brevetti il titolare desidera monitorare – inviando copia semplice dei relativi certificati di registrazione – compilando altresì una cosiddetta “Dichiarazione di Responsabilità” e fornendo quante più informazioni utili agli agenti doganali per riconoscere un prodotto genuino da uno contraffatto.