Come ormai noto, in data 30 marzo 2019, il Regno Unito uscirà definitivamente dall’Unione Europea. La notizia che la quinta maggiore economia mondiale abbia deciso di lasciare il blocco di 28 nazioni che formano l’Ue, ha inevitabilmente generato caos ed incertezza sui mercati nazionali ed europei.

Uno degli aspetti più rilevanti e che riguarda diversi imprenditori italiani è di sicuro quello della proprietà intellettuale. A tal proposito va precisato che i marchi, le varietà vegetali UE, i design comunitari saranno validi anche in UK solo fino alla fine del successivo periodo transitorio (che durerà fino al 31 dicembre 2020).

Cosa dice l’art. 50 della bozza di accordo UE-UK

Pare tuttavia si vada verso un generale riconoscimento dei diritti di proprietà intellettuale acquisiti in conformità alla normativa europea. L’art. 50 della bozza di accordo tra la UE e il governo UK, significativamente intitolato “Continued protection in the United Kingdom of registered or granted rights”, stabilisce infatti che i titolari di registrazioni dell’Unione Europea diventeranno titolari di analoghe privative nazionali UK, che tali diritti nazionali avranno contenuto identico a quello dei corrispondenti diritti UE e godranno della priorità derivante dal loro primo deposito, data di priorità o preesistenza, qualora rivendicate in UE.

Il nostro consiglio

Tanto premesso, sebbene un’intesa sui punti fondamentali tra Unione Europea e Regno Unito pare essere stata raggiunta – qualora sussistano importanti interessi aziendali in UK – potrebbe risultare opportuno ora (e prima di eventuali competitors) depositare con precise accortezze ed a titolo cautelativo – con la consapevolezza che ciò potrebbe rivelarsi ex post ultroneo – marchi, design o varietà vegetali direttamente in UK.

I nostri consulenti sono a disposizione dei nostri Clienti e di chiunque sia interessato per fornire tutte le informazioni e valutare le azioni consigliabili per la più efficace tutela dei diritti di proprietà industriale in Unione Europea e nel Regno Unito